L’area protetta costituisce una significativa riserva di biodiversità.

La Riserva ricade nell’area del vasto altopiano ibleo che caratterizza buona parte della Sicilia sud-orientale.

 Estesa 3.712,07 ettari, interessa i Comuni di Sortino, Ferla, Cassaro, Buscemi e Palazzolo. Il territorio della Riserva costituisce uno straordinario complesso di grande interesse naturalistico, paesaggistico, ancorché storico-archeologico ed etnoantropologico. Il fiume Anapo – che è il principale dei numerosi corsi d’acqua perenni degli Iblei e, per lunghezza uno dei maggiori della Sicilia – nasce da Monte Lauro, e scorrendo verso oriente sfocia nel porto grande di Siracusa. Per le sue caratteristiche geomorfologiche e di orientazione generale, la Valle dell’Anapo è suddivisa in tre tratti. Il primo compreso, compreso tra Monte Lauro e Palazzolo Acreide, si estende con un vasto ed arcuato altopiano; nel secondo essa inizia ad assumere la caratteristica conformazione a canyon (cava), divenendo così stretta e con pareti ripide, poi tortuosa con ampi meandri, rigogliosa per la vegetazione che la ricopre sul fondo e talvolta sui fianchi; nel terzo tratto, che rivolgendosi verso Sud-est corre dalle falde dei Monti Climitifino al mare, la valle diviene più ampia e arcuta. Sull’altopiano e nelle sue diverse cave (Anapo, Cava Grande, Calcinara, dei Mulini) la Riserva annovera importanti associazioni vegetali mediterranee correlata ai diversi naturali.

 L’Ente gestore, Azienda Regionale Foreste Demaniali – Ufficio provinciale di Siracusa, promuove i seguenti sentieri:

1. “Saramenza” (km 0,97). Dall’ingresso Fusco discende al greto del fiume Anapo e risale, poi, sino all’era archeologica

2. “Bisanti” (km 1,2). Costeggia l’Anapo, dispensando una bella vista della Necropoli Nord di Pantalica e raggiunge il sentiero I.

3. “Necropoli nord” (km 1,35). Imboccato dal Sentiero I discende al Torrente Calcianara sino alla strada per Ferla

4. “Anaktoron” (km 1,35). Dal tracciato della ex ferrovia raggiunge, risalendo dal fondovalle, il villaggio bizantino di San Nicolicchio e i resti del “Palazzo del Principe”

5. “Fonte del Giglio” (km 0,3). Dalla ex ferrovia sino all’Anapo ed alla sorgente del Giglio

6. Sentiero ciclo-pedonale “Giarranauti” (km 4). Dall’ingresso di contrada Palombazza sino all’altopiano di Giarranuti (per la fruizione in mountain bike è necessario prenotare)

 

Questi rendono agevole la scoperta degli ambienti naturali e dei siti archeologici della Riserva.

 Avvertenze

 • Indossare scarpe da trekking o da tennis (ATTENZIONE NON SI PUO’ ENTRARE CON SCARPE APERTE);

• Il sentiero principale denominato “Scala Cruci” è fruibile dalle ore 7,30 alle ore 19,00;

• IMPORTANTE… Portare acqua da bere (… e, perché no, sali minerali) e cibo;

• Dislivello tra accesso e fondovalle: 320m circa;

• Percorso: 1.700m circa (gradini e sentiero sterrato);

• Percorso sconsigliato a individui con problemi d’asma, respiratori, cardiaci, d’allergia e donne in gravidanza;

• In caso di pioggia la riserva rimane chiusa 2-3 giorni circa;

• Nella riserva non c’è rete di telefonia mobile (i cellulari non prendono);

• Si consiglia di scendere nelle ore più fresce (fino alle 9,00) e risalire dopo le 17,00;

 

 Gli ingressi della Riserva si raggiungono da Siracusa, via SS114-124 in direzione Floridia e da qui procedendo sino all’ingresso Fusco di Sortino (SP 28), ovvero continuando (SP 30) sino all’ingresso Ponte Diga di Ferla-Cassaro.

 

Coordinate: N 37.123182 – E 14.986832

 

Come Arrivare Privato:

 Autostrada per Siracusa,uscita Floridia.

 

Da qui proseguire per Pantalica in direzione Sortino-Valle dell’Anapo. Lungo la strada che porta a Ferla si trova la necropoli di Pantalica.

 Per raggiungere la riserva naturale che ricade nei territori di Sortino, Ferla, Cassaro, Buscemi e Palazzolo Acreide occorre raggiungere l’ingresso ufficiale che si trova nei pressi di Ferla e Cassaro.

 

 Da Siracusa: imboccare la SS 114 e seguire le indicazioni per Floridia. Da qui proseguire per la SS 124 in direzione Cassaro-Ferla: l’ingresso della riserva è nelle vicinanze del bivio Cassaro-Ferla.

 

Mappa di Pantalica

 

La riserva ricade nei territori di Sortino, Ferla, Cassaro, Buscemi e Palazzolo Acreide, ma l’ingresso ufficiale si trova nei pressi di Ferla e Cassaro.

 

L’ingresso della riserva è nelle vicinanze del bivio per le due città (seguire le indicazioni su Come arrivare). Per arrivare alla necropoli di Pantalica, bisogna invece giungere a Sortino.

 La Valle dell’Anapo

 

Il sito appare diversificato ed offre ambienti ecologici variegati che consentono l’espressione di una biodiversità molto significativa. Oltre al biotopo acquatico, possiamo distinguere l’ambiente ripariale, quello delle pareti, della valle, dei pianori e delle grotte. Nelle acque cristalline del fiume, grazie alla natura torrentizia, trovano un’abitazione ideale la trota siciliana e la trota fario. Sul fondale si aggira la tinca. È possibile trovare anche le anguille e i granchi di fiume. Tra gli anfibi, oltre alla comune rana verde, troviamo anche il Discoglosso dipinto, dalla caratteristica lingua a forma di disco adesivo. Soprattutto la presenza delle trote ci indica l’elevata qualità delle acque. Il fiume lungo il suo corso vede svilupparsi una magnifica vegetazione a platano orientale che, in queste contrade siciliane, marca il confine occidentale del suo areale di distribuzione che si estende sul Mediterraneo orientale e sull’Asia occidentale.

 Sulle rocce, a ridosso del fiume, spiccano le vivaci fioriture dell’oleandro perfettamente insediato in quest’ambiente ideale. Il bosco ripariale è costituito da molte specie vegetali: tra gli alberi dominano i salici (bianco e pedicellato), il pioppo nero, l’orniello, il carpino e la roverella, mentre il sottobosco diventa intricato a causa dei rovi e delle piante lianose come la vitalba. Arbusti del sottobosco sono anche il biancospino, il lentisco, l’euforbia cespugliosa e il pungitopo.  Nella copertura erbacea spiccano l’equiseto massimo, la margheritina di campo, i ciclamini (a foglia d’edera e primaverile), il ranuncolo dalla gialla corolla smaltata, i bianchi e delicati fiorellini dell?aglio selvatico.

 

Legati al fiume, è possibile scorgere il martin pescatore dalla vivace livrea e il merlo acquaiolo, l’elusiva gallinella d’acqua o, nelle zone in cui il fiume rallentando forma delle anse fangose, il piro piro piccolo, trampoliere dalle dimensioni ridotte.

 Spostandosi verso le pareti della valle, troviamo chiazze di macchia mediterranea costituita da sempreverdi come leccio, terebinto, fillirea ed alaterno. Qui si aggirano i carnivori tipici dei boschi siciliani: gatti selvatici e volpi, martore e donnole voracissime. Le loro prede sono conigli selvatici, lepri, topi quercini e ghiri. Nelle zone più scoscese le coturnici di Sicilia saettano velocissime o s’involano in verticale, per poi approdare rapidamente più lontano. In questa riserva vive la bellissima upupa, uccello migratore insettivoro dalla magnifica livrea e dotato di una cresta sul capo. Ma non solo: anche il codibugnolo di Sicilia, lo scricciolo e la ballerina bianca. Sui pianori s’insediano bassi cespugli di spinaporci e di aromatico timo, che conferiscono a queste aree l’aspetto a gariga: sui cieli soprastanti la valle è possibile avvistare la rara aquila di Bonelli, il falco pellegrino ed il lanario. Molti i rettili tra cui diverse specie di serpenti: la vipera, i colubri, il bellissimo leopardino dalla livrea smagliante, il  liscio e quello di Esculapio, il nero biacco e il rarissimo colubro di Riccioli, detto in siciliano scussuni ri zazzamiti. Scussuni vuol dire “serpente”, mentre le zazzamite non sono altro che i gechi, piccoli rettili notturni di colore chiaro che prediligono cacciare insetti sui muri. Qui è possibile trovare anche la testuggine terrestre.

 Nella riserva fioriscono inoltre cinquantanove specie di orchidee, diverse iris e fabacee ed anche specie rare o endemiche come l’Ophris biancae (un’orchidea), l’Urtica rupestris, l’Helicrysum scadens Guss ed il Trachelium lanceolatum.

 Tre specie vegetali rivestono un particolare interesse botanico: la salvia triloba, la Phlomis fruticosa e la ferula comune. Ultimo, ma non meno interessante, l’ambiente delle grotte carsiche: la Grotta dei Pipistrelli e la Grotta Trovato che ospitano varie specie di pipistrelli, rapaci notturni, passeri solitari ed istrici.

 Grotta dei Pipistrelli: sulla parte sinistra del Torrente Calcinara a 10 m dall’alveo.

 Grotta Trovato: a 280 m. vi si arriva seguendo un sentiero che scende dalla parte terminale della strada carrozzabile Ferla-Pantalica.

 Platani orientali: lungo il corso del fiume.

 Necropoli di Filiporto: sulla sella che separa la valle del Torrente Calcinara con la Valle dell’Anapo.

 Palazzo del Principe o Anaktoron: sopra la Necropoli Sud.

 Oratorio di San Nicolicchio: sito nella Necropoli Sud, nelle balze rocciose sotto l’Anaktoron (insediamento bizantino).

 Chiesetta di San Micidario: sita fra la Necropoli sud e la sella di Filiporto.

 Cristo Pantocratore (insediamento bizantino).

 L’Azienda Foreste Demaniali ha realizzato itinerari, aree attrezzate e luoghi di accoglienza che facilitano l’esplorazione del sito nel pieno rispetto della sua integrità ambientale.

Informazioni turistiche

 Pantalica è località naturalistico-archeologica della provincia di Siracusa. Nel 2005 è stata insignita assieme al centro storico di Siracusa del titolo di Patrimonio dell’UNESCO. In cavità naturali o grotte scavate (come quelle di Pantalica) , l’uomo primitivo ha trovato riparo.

Le Grotte scavate costituiscono la seconda dimora (la prima è costituita dalle grotte naturali!) conosciuta dell’uomo anche in Sicilia.

Diciamo conosciuta perché sappiamo che i primi abitanti dell’isola furono probabilmente bande di cacciatori – provenienti dalla vicina Africa – che ci hanno lasciato i labili segni

della loro presenza databile intorno ai 70.000 anni fa, sotto forma di rudimentali strumenti prodotti da pietre e ciottoli scheggiati con maestria ed efficacia.primi uomini avevano, pertanto, popolato la Sicilia diverse decine di migliaia di anni prima.

In conclusione,se consideriamo il sito di PANTALICA (con il suo alveare di migliaia di tombe distribuite per la maggior parte a “strati” lungo le pareti calcaree)

dal punto di vista geo-morfologico, possiamo affermare che i primi insediamenti di umani potrebbero risalire a 50.000 – 70.000 anni fa

con Homo Sapiens (e forse , prima, con Homo di Neanderthal )

  • quando il fiume Anapo continuava ad erodere sempre più in profondità  il plateau calcareo ibleo (che,contemporaneamente si sollevava)

  • e l’Etna – eruttando lava – cominciava a “sorgere” dal paleo-golfo di Catania

  • e i primi Homo Sapiens provenienti dalla vicina Africa  approdavano a gruppi sempre più numerosi anche in Sicilia .

    Il primo a raccontare di Pantalica fu Tucidide, che ne fissa la nascita nel 792 a.c. I primi abitanti di queste rocce furono i Siculi – “il popolo delle api” – così chiamati perché vivano nelle grotte che avevano scavato nella pietra, furono loro a costruire la necropoli, la più grande di Sicilia, con oltre 5000 tombe a grotticelle naturale, incavate nella nuda roccia.

    Dopo i Siculi, arrivarono i Greci che fortificarono Pantalica, ma che poi spostarono i loro interessi e insediamenti sulla costa, a Siracusa, abbandonando l’entroterra. Solo nel VI° secolo d.c queste zone tornarono ad essere abitate, quando i bizantini furono costretti dalle continue invasioni dei pirati a cercare rifugio negli altopiani dell’entroterra.

Il sito si trova su un altopiano, circondato da canyon formati nel corso dei millenni da due fiumi, l’Anapo e il Calcinara, che hanno determinato l’orografia a canyon caratteristica della zona. L’altopiano così come le vallate sottostanti (Valle dell’Anapo) sono delle importanti zone naturalistiche.

Vari sentieri permettono di visitare il sito. La Valle dell’Anapo è accessibile da due varchi collegati tra di loro, dal lato di Sortino e dal lato di Ferla. Questo sentiero corre per più di 10 km sul tracciato dell’ex linea ferroviaria Siracusa-Vizzini.

La visita all’altipiano può invece partire dalla cosiddetta Sella di Filiporto, raggiungibile dal paese di Ferla o dall’altro lato, dal versante di Sortino, passando sopra la cosiddetta Grotta dei pipistrelli.

 

Itinerario Cicloturistico della Riserva di Pantalica

L?inizio del percorso cicloturistico di cui si parla si raggiunge percorrendo la strada che dal paese di Ferla raggiunge la Riserva di Pantalica  (i più esperti ed allenati possono effettuare in bici anche questo tratto iniziale, è solo per i più allenati in quanto al ritorno si trovano tornanti in salita non facili da superare).

Si deve lasciare l’auto all’inizio del tratto ghiaioso del percorso, da qui si arriva all’ingresso della Riserva di Pantalica dove si trovano le indicazioni per vari percorsi inseriti tra alberi altissimi, prati estesi, vecchie costruzioni e ponti di legno.

 PER INFORMAZIONI

Tel. 0931. 67450

info@cavagrandedelcassibile.it

 

 ORARI DI APERTURA       7.30  – 19.00

 Per saperne di più: http://www.cavagrandedelcassibile.it/

 Indirizzo: Strada rurale Pantalica-Sortino-Ferla

 http://www.comune.sortino.sr.it/

http://www.regione.sicilia.it/agricolturaeforeste/azforeste/riserve.asp?id=29http://www.piste-ciclabili.com/itinerari/1318-ferla-case-giarranauti

Share this post on: