IL PAESAGGIO

Il nome di un pastorello di nome Aci, innamorato di Galatea, leggiadra ninfa che viveva nei boschi alle pendici dell’Etna, e’ il filo conduttore di questo territorio posto a ridosso della costa lavica e scoscesa del mare Ionio. Oltre ai centri comunali gia’ elencati, anche le frazioni di Acitrezza, Aci S. Filippo e Aci Platani, ricordano il nome del giovanetto, ucciso per gelosia da Polifemo, che fu trasformato in fiume dalla pieta’ di Nettuno per potersi ancora incontrare con l’innamorata. La Riviera dei Ciclopi e’ caratterizzata da una costa lavica, creatasi con le innumerevoli eruzioni dell’Etna, prospiciente un mare profondo e trasparente. La linea di costa si inarca in prossimita’ di Acireale, dove raggiunge un’altezza di 120 metri sul mare, prendendo il nome di “Timpa”. Successivamente torna a ridiscendere, sempre col suo ruvido aspetto nereggiante, e viene ricordata come Riviera dei limoni per via dello straordinario spettacolo offerto, sopratutto nella stagione invernale, dai lussureggianti agrumeti visibili ai lati della strada. Si incontrano quindi le frazioni di S. Maria la Scala, S. Tecla, Stazzo, Pozzillo e infine, quando gli enormi blocchi lavici hanno ceduto il posto ad un litorale di ciottoli, anch’essi di matrice vulcanica, si giunge a Torre Archirafi ed alle citta’ di Giarre e Riposto.

 

LA STORIA, L’ARCHITETTURA

La piu’ importante citta’ di quest’area, Acireale (reale perche’ demaniale e non infeudata), straordinariamente ricca di edifici ecclesiastici, non e’ la piu’ antica, perche’ si formo’ nel XV secolo. Piu’ datata e’ la storia del Castello di Aci, forse costruito dai Saraceni, sicuramente reso funzionale in epoca normanna e partecipe a lungo delle vicende guerresche della vicina Catania. La ricchezza di acque nelle colline, e in particolare la sorgente della Reitana, nel territorio di Aci S. Filippo, favori’ nei secoli passati la costruzione di una dozzina di mulini ad acqua, posti a breve distanza l’uno dall’altro lungo una “saia mastra” (un canale maestro) e resero vivace  e popolata la zona grazie alla loro attivita’ molitoria. La “saia” terminava a Capomulini, altra frazione marinara e oggi localita’ balneare. Ma il territorio delle Aci fu abitato sin dall’antichita’, come testimoniano le vestigia romane delle Terme di S. Venera al Pozzo.
ESCURSIONI NATURALISTICHE

Il territorio offre escursioni in barca, lungo tutta la costa e affascinanti immersioni subacquee. Sono ben quattro le aree salvaguardate: la Riserva Naturale Integrata “Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi” preserva le formazioni vulcaniche legate alle prime eruzioni sottomarine nel golfo “pre-etneo”, risalenti a circa 500.000 anni fa. L’Area Marina Protetta “Isole Ciclopi” ne protegge i fondali. Ma il territorio offre anche escursioni a piedi, per visitare i reconditi sentieri della Timpa, anch’essa area protetta. Una semplice passeggiata alla portata di tutti e’ la discesa dal quartiere Suffragio di Acireale al borgo marinaro di S. Maria la Scala, lungo la stradina delle “chiazzette”, sulle orme dei pescatori e delle lavandaie dei secoli andati. Nel territorio di S. Gregorio la Riserva Naturale Integrale “Complesso Immacolatelle e Micio Conti”, interessante complesso di grotte di scorrimento lavico, con peculiarita’ naturalistiche, archeologiche e storiche.

ITINERARI ENOGASTRONOMICI

La vocazione marinara di buona parte degli abitati di questa zona fa si’ che il pesce e le altre specialita’ di mare (pregiati molluschi e squisiti crostacei) monopolizzino i menu’ di trattorie e ristoranti. Cucinati nelle piu’ svariate maniere (in umido, frittura, al cartoccio, alla brace), richiedono l’uso di vini bianchi provenienti dalle vicine falde dell’Etna. Una specialita’ da non farsi sfuggire, offerta sia nei locali piu’ rinomati, sia nei piccoli bar e’ la granita, preparata in svariati gusti: mandorla, caffe’, pesca, gelsi, pistacchio. Da Acireale a Riposto, l’immediato entroterra produce eccellenti agrumi ed in particolare limoni e si e’ sviluppata da decenni la produzione di liquori ottenuti con gli oli essenziali delle loro bucce.

Acireale

(m. 161, ab. 50.200) richiede al visitatore almeno una passeggiata lungo il Corso Vittorio Emanuele per ammirare i monumenti che via via si incontrano: S. Antonio di Padova, il Palazzo Comunale, la Chiesa di S. Sebastiano, fino al Duomo ed oltre, ma tanti altri sono gli edifici civili ed ecclesiastici meritevoli di essere cercati tra le strette vie del centro storico.

 

Ad Aci Castello

(m. 15, ab. 18.300), borgata marinara, va visitato l’antico maniero medievale, che include un Museo Civico con reperti archeologici dal Paleolitico al Medio Evo e una collezione di minerali. Dalle sue terrazze si scorge la frazione di Acitrezza, davanti alla quale emergono dal mare i Faraglioni, alti e appuntiti scogli di nero basalto, assieme all’isola Lachea.
Piu’ all’interno, ma sempre ben in vista del mare, San Gregorio (m. 321, ab. 10.400), Acicatena (m. 170, ab. 27.100), Aci Bonaccorsi (m. 760, ab. 2.550) e Aci S. Antonio (m. 302, ab. 15.400) cittadine dove l’espansione urbanistica contrasta le aree occupate da rigogliosi e profumati agrumeti. Notevoli ad Aci S. Antonio la Chiesa Madre e il palazzo patrizio che fu dei Riggio. Valverde (m. 305, ab. 7.250) ariosa e ordinata cittadina e’ nota per il Santuario della omonima Madonna e per il settecentesco Eremo di S. Anna.
Giarre

(m.81 ab. 26.400) e Riposto(.8.ab.14.000), facenti parte una volta della Contea di Mascali, condividono il destino di vivere talmente accostante l’una con l’altra da non poterne distinguere i confini, tanto che durante un paio di decenni del Novecento esse furono fuse sotto il nome di IONIA. Ma le consuetidini hanno affidato loro due funzioni distinte: Giarre economicamente legata al mare e patria di pescatori e marinai.

 

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