come arrivare

Dall’Autostrada PA-CT uscire allo svincolo autostradale di Mulinello, proseguire per Valguarnera e Piazza Armerina sino ad incontrare il cartello segnaletico che indica l’ingresso al Parco;
Da Enna, seguire le indicazioni per Pergusa, proseguire per la S.P. Turistica. All’incrocio con la S. P. 4 seguire la direzione Valguarnera fino al cartello di ingresso al Parco;
Da Piazza Armerina, seguire la direzione Autostrada  A19, percorrere la S.P. 4 fino al cartello  posto all’ingresso.

 

Il Parco Minerario è aperto dalle ore 8 alle ore 14 tutti i giorni dal lunedì al sabato, tranne i festivi.

Visite guidate da effettuarsi in orari e giorni diversi devono essere concordate preventivamente. Il periodo migliore dal punto di vista climatico-ambientale è la primavera o l’autunno. La durata della visita è di circa tre ore o più secondo l’interesse individuale (il Parco si sviluppa su una superficie di 400 ettari).

Il percorso, da fare a piedi, è discretamente accidentato, poco adatto ad anziani o persone con difficoltà a deambulare. Di solito i visitatori sono costituiti da gruppi (scolaresche, universitari, cral aziendali, associazioni culturali e ambientali, appassionati od altro) che prenotano la visita con anticipo inviando richiesta scritta (vedi mod. in calce) via mail: info@enteparcofloristella.it Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo o al fax 0935 958105. Al momento non è previsto il pagamento di un biglietto d’ingresso.

La scarsa leggibilità dei resti d’archeologia industriale rende opportuna la presenza di un accompagnatore di percorso che “spieghi” i reperti medesimi. Quanti interessati alla visita guidata del Parco possono essere indirizzati presso guide accreditate (italiano, inglese e francese), regolando direttamente con loro il corrispettivo per il servizio prestato. La visita si svolge con la proiezione di un documentario (in lingua nazionale o in inglese) che dà conto dei luoghi e delle passate vicende minerarie. Seguono ulteriori spiegazioni a cura della guida e l’escursione all’esterno per i sentieri che conducono ai reperti di archeologia industriale, costituiti dai castelletti dei pozzi per l’estrazione del minerale, sale argano, impianti di supporto, forni di fusione dello zolfo (calcheroni e forni Gill), discenderie e, non ultimo, il Palazzo Pennisi, antica residenza della famiglia proprietaria, destinato a divenire sede del museo della civiltà mineraria.  

Spazi attrezzati per la sosta e la colazione sono fruibili presso il Parco Ronza (Azienda Foreste Demaniali) a pochi km da Floristella sulla strada per Piazza Armerina. In quest’ultima cittadina, ma anche a Valguarnera, Enna, Aidone, Lago di Pergusa, è possibile appressarsi a diversi esercizi di ristorazione.

Il Parco Minerario

Il Parco  Minerario  rappresenta  uno dei più importanti siti di archeologia industriale esistenti nel Mezzogiorno d’Italia ed una delle più grandi, antiche e significative aree minerarie di zolfo della Sicilia. Può considerarsi un particolare museo all’aria aperta, nel cui territorio l’attività estrattiva dello zolfo è documentata dalla fine del 1700 al 1986, anno in cui nell’area mineraria cessò definitivamente ogni attività legata alla produzione zolfifera.Infatti, nel territorio del parco sono ancora visibili le gallerie, le strutture, le apparecchiature e gli impianti utilizzati per l’estrazione dello zolfo nei due secoli di attività della miniera. Dalle antiche “discenderie” (circa 180) di accesso alle gallerie sotterranee ai tre “pozzi” di estrazione con i relativi “castelletti” completi di sale argano (il più antico risalente al 1868); dalle più antiche “calcarelle”, ai  “calcaroni” adottati industrialmente intorno al 1850, ai “forni Gill” affermatisi verso il 1880; dalla “lampisteria”  ai ruderi dei  fabbricati di servizio sorti in prossimità dei pozzi (infermeria, alloggi per i minatori, compreso il locale adibito a dopolavoro per i lavoratori); dalla tratta ferroviaria tra le stazioni di Floristella e Grottacalda attraverso le quali veniva caricato e spedito lo zolfo, alla rete ferrata interna per il trasporto dei vagoncini con il minerale.
Il Parco presenta, altresì, aspetti paesaggistici e naturalistici di rilievo. In quest’ambito una particolare menzione meritano la sorgente di acque sulfuree che alimenta il rio Floristella e, soprattutto, le emissioni continue di metano e acqua salata e ferruginosa, sgorganti con piccola portata da alcune bocche tra loro vicine dette “Maccalube” o vulcanelli di fango, visibili nella parte nord dell’area del parco.

 

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